Errico Recanati

Errico Recanati

La cucina è un elemento naturale nella sua vita.
Forse per questo riconosce tardi la sua passione: cresciuto nel ristorante della nonna Andreina a fianco della mamma Ave, spiedo e cacciagione erano così tanto in lui da essere scontati, come invisibili.

Una panna cotta e si accese il fornello della passione.

Fu questa la prima ricetta che provò a fare il giovane 22enne Errico Recanati e da allora non uscì più dalla cucina diventando in breve tempo il sous chef della nonna Andreina apprenpendo le tecniche e le preparazioni base della vera cucina di tradizione marchigiana, sia nella carne e in parte anche nel pesce.

Iniziano gli studi e le esperienze lavorative.

Frequenta corsi alla Scuola Etoile, facendo poi stage da Gianfranco Vissani, Pietro Leeman del “Joya” (primo ristorante vegetariano stellato Michelin in Italia), Martin Dalsass del Ristorante Talvo. Lavora con passione costante e senza sosta nella cucina del Ristorante Andreina sostituendo ormai la nonna e lavorando a fianco della mamma Ave in sala.

“Passato & futuro è come – & +, unendo & annullando vorrei arrivare ad una cucina reale. E io ho trovato il punto di incontro tra passato-presente-futuro-verità proprio nella cottura primordiale dello spiedo e della brace: niente di più primitivo e attuale. Sto lavorando molto per rivalutare questa cottura ancora così poco esplorata.”

Nasce così l’idea di una cucina neorurale: dove la tradizione acquisita nel tempo si fonde con le nuove tecniche e la ricerca di oggi. Una ricerca che può essere definita innovativamente primordiale: centro di tutto è la brace e lo spiedo che viene esaltato dal supporto di tecniche sperimentali e originali.

“Il piatto è sapore e natura, là dove si parla di verità degli ingredienti. È l’unico modo per esprimere la semplicità e infatti sto lavorando sempre più con meno elementi.”
(Cit. Errico Recanati)

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